La Schiena di un Uomo è Dritta non ci sono eccezioni.
Il quotidiano risveglio societario ha l’oro in bocca..
L’oro è la medicina riconosciuta dagli enti umanici del male per soffocare le coscienze, le grida, l’insofferenza.. è il cappio del tuo mancato benessere che è abile e sadico nello stringerti pian piano con un movimento perfetto, un Tic Tac ordinato, consueto che sembra dirti “Vedi che comunque anche se ti strozzo non ti faccio male” e quasi quasi arrivi a ringraziarlo.
E intanto sempre più l’anima soffoca, in una società che di sociale ha solo il trucco comune a tutti noi, quello con cui ne nascondiamo il quotidiano disagio, il senso di abbandono, l’isolamento e che si scioglie come cera al sole..
Ma torniamo all’oro già presente al mattino al nostro risveglio, “la ricerca dello stare bene, che per mistificazione è ormai chiamato Benessere”, quell’oro che serve a intontire, a far tacere, ad anestetizzare i cattivi odori e a farti mettere le mani nei tossici escrementi dandoti però dei guanti, come se quest’ultimi con cui ti imbratti ma non ti sporchi, cambiassero l’essenza e il valore squallido di ciò che hai scelto di fare in nome di uno zuccherino, la presunta buona qualità nel farlo.
L’oro è la nostra convenienza ma non dell’anima ma materiale, e quest’ultima è il carburante di sempre, è la frusta dei nostri quotidiani bisogni che come schiavi ci piega la schiena, quotidianamente, ancora, ancora.. e colpisce facendoci piegare in anticipo aspettando il prossimo inevitabile colpo come se fosse normale riceverlo, e lo fa con metodo e sistemico ritmo, forse solo la Domenica qualche pausa giusto per prepararti a quello ancora più forte del Lunedì, certo almeno che però tu non ti senta male e abbia bisogno di qualcuno anche di Domenica all’ospedale per un bisogno occasionale.
L’oro societario sforna e fa di noi stessi dei Mangiafuoco degli altri umani, crea una turnazione perversa che ci ha reso a nostra volta cannibali, una roulette spietata la cui spinta è la rassegnazione di ognuno di noi a un sistema così marcio da sovraesporlo invece di opporsi con “Spot” come “Funziona così che vuoi farci”, è un po’ come chi è tanto sporco e invece di lavarsi si mette il profumo come se essere profumati e puliti fosse la stessa cosa.
È così che ti trovi a doverti piegare continuamente volta dopo volta a giro, prima al politico, poi alla guardia, ancora al capo, e così via al responsabile reparto per darti un letto, ufficio per un posto, a chi ti deve dare la patente, al primario per salvarti la vita, al mafioso per difenderti da altri mafiosi, all’amico di turno con la frusta in mano chiamato così ma che tu non conosci, chiamato amico solo per addolcirne il colpo quando ti abbasserai nuovamente, prostrandoti ancora dinanzi all’indegno perché ti conviene e ne hai bisogno.
Alcuni dicono “oggi mi piego perché il bisogno stavolta è diverso, è più importante, più intenso”, e voilà.. dunque tutto si riduce a una mera questione di prezzo, e trovato quello giusto andremo giù e ci piegheremo.
Amici e Nemici miei, con cuore e cervello vi dico che io credo allo sguardo sempre alto, e tenere gli occhi dentro gli occhi non è una filastrocca è una regola di vita.
Una regola che ogni mattina dopo aver dato il buongiorno prima di iniziarlo, dovremmo guardarci allo specchio e ripeterci: “Qualunque cosa ti propongano e per quanto luminosa essa appaia, se questa in qualunque luogo o momento di te non ti fa stare bene, non piegarti perché “Un uomo degno anche nel bisogno, soprattutto nel bisogno mantiene sempre e comunque la schiena dritta”.
E con questa riflessione vi saluto.
I Minuti d’audio Riproducono la riflessione dell’articolo a voce alta, perché abbiano accesso all’ascolto i ciechi, a chi lavorando non ha tempo o chi preferisce ascoltare, e quelli tra noi che pur avendo la vista sono diventati i veri Non Vedenti.
Buon ascolto o buona lettura come preferite.
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