Occhio per occhio e dente per dente ci dice la bibbia e credo che tale precetto non valga solo per la bibbia..ma anche per molti di noi.
Forse anche per noi vale sempre di più, visto che il mondo sembra deragliare, non seguire più sani principi con al governo il vero principe e dominus l’egoismo dell’uomo.. e seguendo questa logica tutto scorre, tutto ha un senso.
Poi però arriva qualcuno a noi caro, a cui abbiamo voluto bene ed il cui passato non può non essere anche parte del bello della vita che abbiamo ricevuto e vissuto ossia il bene, e tutto ciò che sembra essere chiaro cambia, assume altre valenze, diventa fratello, amante, miglior amico, amore.
E allora in questi casi che fare? Cosa rispondere? Come ricambiare il male quando questo arriva da chi ci vuole bene? Dovremmo a rigor di logica ricambiare con la stessa moneta. Ma quando c’è il sentimento la logica ha delle falle.. vacilla, diventa insicura, e anche quando la decisione è presa sembra esservi un retrogusto, un sentire presente ma occulto in tutto ciò che facciamo, e anche se tutto fila, tutto pesa, tutto diventa denso.
Sicuramente ciò può servire come fosse un apparente calmante, un rifornimento di soddisfazione, io li chiamo i dopanti dell’essere, le droghe antiche, ossia i vizi dell’ego come la vendetta, l’odio, l’accanimento, la gioia nel distruggere il cosiddetto nemico .. che poi sono le stesse chimiche di sempre che ci distolgono dal bene, potenti perché il pusher di tali sentimenti vive e si nutre di noi, è una parte di noi.
Attenzione però! Una parte di noi non vuol dire l’unica, non vuol dire che siamo solo questo.
Io credo che chi ci fa male essendo in quel momento vivido portatore di oscurità comunque andrebbe evitato, perché seguendo le leggi della forza dell’ attrazione dell’energia se ricambieremo con qualcosa di simile a ciò che ci hanno fatto, finiremo per assomigliare al male che abbiamo subìto, vivendo le stesse sostanze, immaginiamolo un pò come provare a disintossicarsi dalla droga proprio assumendone una dose ogni giorno.
Detto questo però, credo che sia saggio fare distinzioni, trovare le misure giuste e più adatte, perché evitare il male o non ricambiare con negatività non vuol dire essere codardi ma capire di agire privi delle tossine di cui abbiamo parlato. Vuol dire agire senza negatività, con il cuore e l’animo pulito, che guidi e non annebbi come farebbero rabbia e violenza il nostro fare.
Ciò se non significa illuminarsi quanto meno significa seguire l’illuminazione.
Il punto qual è? Che molti confondono l’essere saggi nel dare a qualcuno una possibilità di ravvedersi, quella che credo vorremmo tutti avendo sbagliato, con l’essere stupidi.
Sento ogni giorno molte persone dire che sono stanche di fare del bene e di essere stupidi. Che non ha senso, perché tanto fanno tutti così..e che da domani inizieranno anche loro a farlo.
Ma ciò è sbagliato perché la giusta interpretazione è capire che quando una cosa non va occorre cambiare e provare altro. Dunque il nostro comprendere e perdonare l’errore altrui non è all’infinito altrimenti non si cambierebbe mai, non si migliorerebbe mai. Dunque dinanzi all’ennesimo abuso da parte di una persona cara dobbiamo reagire, solo che dovremo farlo stando attenti a non voler colpire la persona bensì correggere il suo comportamento sbagliato o violento.
Quindi per esempio nel caso di un carissimo amico che ci ha fatto del male, con o senza dolo, ma che perseveri non capendo il male che ci fa o ha fatto, dopo aver aspettato e avergli dato tempo e occasioni per ravvedersi occorrerà reagire.
Infatti porgere l’altra guancia, principio a cui credo fermamente, non vuol dire farlo in eterno come pensano molti.
Neanche qualcuno meglio di noi lassù lo ha previsto per noi in eterno, donandoci infatti il libero arbitrio in vita, ma poi alla fine ci ha promesso paradiso o inferno a seconda di come ci siamo comportati, vogliamo chiamarla ricompensa o pena?!
E se oltretutto vi è un principio valido come occhio per occhio e dente per dente, ve ne sono altri altrettanto veri come “Prima o poi tutti i nodi vengono al pettine..” o “Tutto ciò che fai di male ti ritornerà indietro..” o “La giustizia forse è più lenta ma prima o poi arriva”.
In un mio libro “Credendo” in un deserto accanto a un pozzo di passione, nasce un dibattito sul credere e sulla violenza tra una credente e dei non credenti, e si chiede alla protagonista seguace del credere “Raggio di luce”, se si possa davvero perdonare tutti, porgere l’altra guancia sempre, e come comportarsi nel caso in cui si avvicini qualcuno che vuole ucciderci.
Dovremmo farci uccidere, non reagire, lasciarci morire?
La protagonista risponde assolutamente no!
Occorre anzi reagire prontamente, ma illuminati e senza gioia o soddisfazione nel difenderci usando la forza. Nel libro la protagonista descrive quanto detto facendo l’esempio di due gomitate, una data con dolo e l’altra per gesto fortuito, spiegando che la gomitata in entrambi i casi è uguale negli effetti provocando danni all’altro risultando comunque un gesto violento, ma i principi e i sentimenti da cui essa partirà e le finalità saranno completamente diverse. Sono i contenuti che tinteggiando il mondo ne danno forma e colore..
Alcuni popoli nelle foreste dopo aver ucciso con un gesto violento l’animale che mangeranno, pregano per lui, lo ringraziano, e non sono lacrime di coccodrillo, come è per molte potenze durante le guerre, loro veramente hanno l’animo pieno di dolore.
Dunque allo stesso modo anche noi dopo aver reagito con forza al male arrecatoci dovremmo capire che questa se è sincera e priva di cattiveria, non sarà mai violenza reale, perché prima di essere governata dall’egoismo avrà l’illuminazione, la comprensione, la partecipazione al dolore che probabilmente l’altro subirà a causa del nostro comportamento che purtroppo abbiamo dovuto portare avanti.
Proprio per questo sentendo tanta gente essere stanca di donare l’altra guancia faccio un invito, prendete coscienza! Reagire non vuol dire per forza farlo con violenza
Reagite ma mai con l’animo pieno di vendetta perché sarebbe sciocco, primitivo, e soprattutto un boomerang obsoleto. Sarebbe tornare a secoli orsono, invece agite e muovetevi con determinazione ma senza rancore verso nessuno e tornerete liberi. E non pensiate che non sarete buoni amici o traditori o fratelli scellerati nel colpire se necessario o nel denunciare vostro fratello nel tentativo di riportarlo al senno. Puntando non alla distruzione personale ma al miglioramento per noi e chi abbiamo davanti attraverso le nostre reazioni seppur dure, saremo responsabili per le nostre azioni ma mai colpevoli per ciò che facciamo, non macchiandoci con lo stesso male che ci hanno fatto.
Porgere l’altra guancia è reazione, progresso, è un’attesa mai passiva giudiziosa e strategica, è un momento di preparazione e riflessione per cercare la giusta misura per la nostra azione futura. Se riflettete bene la descrizione da me appena formulata ricorda qualcosa altro, proprio la vendetta di occhio per occhio e dente per dente.
Dunque nel reagire amici e nemici miei, non con inutile violenza ma con lucida presenza le persone non dovrebbero sentirsi stupide bensì il contrario, dovrebbero capire di essere progredite, evolute, e che sarebbe facile ingannare, rubare, uccidere, vendicarsi e distruggere, ma ciò oltre l’apparente vantaggio momentaneo o materiale costituirebbe per l’intimo una cicatrice e una condanna primitiva e brutale.
Occhio per occhio e dente per dente è anch’esso utile, ma è rifuggire la negatività la vera arma benefica e mai letale, porgere l’altra guancia è anche il nostro agire con forza, è essere futuristici guardando avanti oltre le debolezze di chi ci circonda ricercando le possibilità di progresso interiore, di porre rimedio agli errori per chi sbaglia e per chi subisce di favorirne la rinascita.
E con questa riflessione vi saluto.
7 MINUTI D’AUDIO Riproducono la riflessione dell’articolo a voce alta, perché abbiano accesso all’ascolto i ciechi, chi lavorando non ha tempo o chi preferisce ascoltare, e quelli tra noi che pur avendo la vista sono diventati i veri Non Vedenti. Buon ascolto o buona lettura come preferite.
Foto in evidenza da me intitolata ” la vendetta e il perdono non ci colpiscono egualmente” è opera mia
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