Sicily..Ascendent
Vedi che stanotte..
Vedi che vuole la signora di fronte..
Mamma ma che dici, lasciala stare la signora di fronte..
Stanotte..
È anziana, ti ho detto vedi.. vedi! Vedi di che ha bisogno, chiedile..
Maammaaa però! Ma lascia stare no, miii! sempre tu sei, sii Putenti!! che ti interessa? Lassa stari no?!
Va bene! Va bene va, ora vado! Sempre comandante sei!
Stanotte..
Guarda come sei combinata figlia mia! ti devi fare i capelli!
con questi capelli devi stare?!
fatti i capelli..!!
Va bene Maa! va be! Ma lascia stare no! Vedi dove hai il pensiero?!
Stanotte..
E guarda le unghie, le pellicine così si tengono? Una femmina che sia tale, sempre in ordine deve stare! non bisogna stare con le unghie così.. lo sai.
E comunque figlia mia io a te voglio lo sai.. tu sei mia figlia.. voglio a te sempre, sempre vicino a me!
Anche se devo dirti che sono veramente siddiata (seccata), ma veramente siddiata! Perché io gli levavo le scarpe dai piedi ai cristiani senza che se ne accorgevano! e stanotte invece non mi sento bene! mi viene da ridere! ma poi sempre sto rumore devo fare? Non ne posso fare un altro?
Meglio ridere no?!
Ma che ora è?
Tardi! ma perché!?
Tuo papà dov’è, e tuo fratello ha mangiato?!
Stai tranquilla, non ci pensare Maa!
Stanotte..
Ma la signora Annella invece intelligente e con la saggezza di chi ha una vita alle spalle, mise la mano avanti e con il dito rivolto verso il basso, cominciò ad intermittenza ad indicare giù o forse un posto alla figlia Claudia, quello che con la mimica sembrava voler dire “Qui! Qui”,
invece non era un posto, era un momento, lei indicava con la mano perché aveva capito:
Stanotte.. vedi che stanotte muoio e non voglio farlo quì! Vedi che stanotte muoio e non ci voglio stare in ospedale, voglio morire a casa, portami via! disse la signora Annella ansimando e borbottando alla figlia Claudia straziata, dopo un mese di sofferenze e dolori l’ultima notte della sua splendida vita, tra la luce del mattino che dalla finestra dell’ospedale spuntava e la sua vita terrena che dopo 70 anni ora abbandonava.
Claudia anche se già più che maggiorenne sempre figlia era stata, ma adesso aveva trovato la ricetta che aveva visto fare alla mamma per tutta la sua vita, una ricetta antica che ora lei prendeva in quel momento per la prima volta in mano capendo che non c’era tempo per paura ed insicurezze, e che doveva sbrigarsi perché da un momento all’altro non sarebbe mai più stata solo figlia; era ora di diventare come sua madre “Pasta antica” anche lei, facendola contenta e portandola via da quella stanza.
Mamma Annella una semplice donna era, è vero, ma ancor di più era una di quelle femmine che custodiscono un segreto dal sapore antico, la ricetta che fa la fortuna delle famiglie, di molti uomini e di tanti figli, quella che serve a comporre una razza di donne speciali che quando hanno il sole dietro fanno un’eclissi dall’ombra così grande da riparare tutto e tutti, quelle che in Sicily vengono indicate così:
” Pasta antica chidda ie’!” (quella è fatta all’antica)
Annella ha sospirato per l’ultima volta fuori da quella stanza, proprio come voleva, ed ha avuto onore per ciò che era.
Ma morta o viva, sofferente o con gioia, per una donna di tal fattura spesso non c’è tempo nè per avere paura, nè per essere preoccupata, mentre ce n’è sempre uno per esempiare tempra e dignità, quelle che oggi fanno un semplice rispetto, ma domani salvano una complessa società.
Una femmina di tale pasta sa come si deve comportare anche l’ultima notte, e anche se in agonia sa come mostrarsi davanti a sua figlia, e se pensa al marito ed al figlio prima che a se stessa, lo fa perché è saggia, vede lontano e sta esempiando a sua figlia che :
“quelli sono diversi dalle femmine, quelli Soolo Uoomini Soono!
e per tutta la vita hanno sempre bisogno di una donna,
il figlio perché per lui sarai sempre sua madre
ed il marito perché diventerà sempre più bambino,
ed entrambi senza una donna prima o dopo che sia, non si sapranno arrangiare,
e da soli, non sono come noi femmine, non sanno continuare”.
E’ per la stessa saggezza che una donna più anziana di lei, pur essendo entrambe moribonde, andava rispettata e veniva prima,
“picchì accussì ci rissuri ca sa fari i fimmini prima di idda” così si deve fare hanno detto le donne prima di lei..
ed è così che lei ha fatto con la figlia affranta, Claudia, dandole l’ultima lezione rivelandole il segreto appreso da una vita, quello di una ricetta antica, “femmine dalla pasta antica”:
Una femmina può essere bella da morire, ma solo una donna dalla Pasta antica può essere unica ed indimenticabile, perché la sua forza e la sua grande dignità sono un fare così potente, da avere un peso e disegnare perfino un portamento.. tanto da arrivare prima e restare anche dopo quando lei è già andata via.
È così che racconto una storia semplice, ma che credo sprigioni significati dai sentori complessi,
la storia di una donna sì contemporanea, ma che portava con sè la scia luminosa di altri tempi..
e tra le zagare, la terra vulcanica, il gelsomino, sole e mare,
è questa che vi ho appena scritto la ricetta per una donna speciale:
una femmina dalla Pasta antica..
Esempiare/esempiando: ti faccio vedere come si fa.
(verbo del mio vocabolario)
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