ACQUACQUACQUACQUACQUACQUA (Micaèl’angelo)
Sono un mare, vedo tutti i colori e tanta gente intorno che mi guarda dall’alto.. e quanta acqua, Sudore, lavare, Soffrire.
Da qui ho sentito mia madre piangere a dirotto per giorni, ininterrottamente come la pioggia in una foresta del Borneo..
Solo che noi non siamo una foresta, siamo spesso frutto di un capriccio egoista!
Credo che per questo mia madre sia triste.
Qui nelle sue lacrime esplodo anche io in un pianto, e piango invece di ridere quando dovrei essere pieno di gioia.
Intanto ho conservato in una borraccia del cuore, molto del liquido amniotico in cui ero conservato durante la gravidanza, per questo piango spesso. Cerco amore.
Sono pieno di acqua speciale H2OA, Anidride carbonica, Ossigeno e l’Amore di mia madre. Acquacquacqua!
L’ho conservata, nelle pause in cui non mi facevano le ecografie, quando dovevano capire se condannarmi per sempre ai pantaloni ed al pallone, o alle borse e a 4 ore dal parrucchiere per il resto della mia vita. Lei era felice allora.
L’ho conservata l’acqua perché sapevo che era la pozione magica dell’universo, e così mi sarei mantenuto e sarei stato sensibile per sempre. Però adesso soffro molto e vedo altro..
Ad un certo punto mi sento sommergere dall’acqua o dovrei dire che sto affogando, aiuto!
Blup, Blup, Blup, Affogo!
Blup, Blup, mamma dove sei, mi hai perso di vista, non mi vuole più, ma che succede, aiuto!
Blup, Blup, Acquacquacquacqua!
Le mie piccole braccine vanno su mentre io con la testa vado giù ed affondo, e poi da dentro l’acqua o da fuori me stesso vedo un’ombra dall’alto, un angelo e due mani protese che si lanciano e mi afferrano, Blup, aria, ariaaa!
Uau! Sono salvo! Strillo bagnato, ma so che oggi non morirò, non devo morire, perché ho un messaggio da consegnare, è un ricordo universale.
La mia salvatrice parla una lingua strana, a me hanno assegnato lo Slavo in questa vita, bo!
Lei credo sia italica, anzi, sono sicuro! Ricordo in un’altra vita ho già sentito il suono della sua lingua.
Ora è tutto chiaro, era tutto programmato e già ci conoscevamo, ma in altre forme.
È più giovane adesso e un po’ in ritardo per avere figli. Invece allora eravamo fatti di marmo, vivevamo sempre uniti immobili in un museo ed io ero più grande di adesso e vivevo morto sdraiato sulle sue gambe.
Qui invece ci hanno fatto di carne ed incredula lei si riscopre madre.
Salvandomi la vita sono diventato ancora suo figlio. Finalmente mi tira su, sono nudo con la mia anima ed il mio cuore pieno di grazia, perché stavo morendo bambino prima di poter recitare un ruolo nella vita.
Vorrei ringraziarla, ma ancora non so parlare. Non occorre..
è chiaro che per lei tutto ciò è naturale e quando mi stringe al petto appoggiando la sua guancia alla mia, diventiamo un unico battito, coincidiamo in un’appartenenza più grande di una sola lingua o del sangue, arte e parte di un dipinto universale diventiamo madre e figlio.
Sembra il ritratto di un Dio invisibile, che pur non potendosi vedere dona stupore e unisce.
Nel trovarci guancia a guancia mostriamo l’altra faccia della Pietà di un certo italico, si chiamava Micaèl’angelo, ed usando la gioia della vita ricordiamo a tutti che ogni donna dinanzi a qualunque bambino può diventare mamma, senza doverne essere madre.
La salvatrice cerca con rimprovero mia madre, e vedendola seduta piangente ed impietrita dal senso di colpa per avermi abbandonato, capisce.. si riscopre ancora Pietà e si Perdona.
Sembrava piovere sul bagnato.. invece è annegando nell’acqua, che una madre perdendosi mi ha ritrovato,
ed un’altra parte di lei perdonandosi mi ha salvato.
Acquacquacqua..
la pietà di Michelangelo (Micaèl’angelo)
https://it.wikipedia.org/wiki/Piet%C3%A0_vaticana
Tratto dal mio libro
Emopensieri al Mare, proiezione catartica JUAN
foto “l’acqua e la sua cascata” di conce g. scardaci
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