Questa settimana parleremo di quello che io ritengo essere uno dei peggiori mali inventati dal mondo moderno, il Camouflage.
Ma cosa sarà mai questo Camouflage? E’ un oppiaceo naturale, o se volete l’abito preferito dell’uomo, che serve a camuffarne le azioni, i suoi comportamenti sbagliati, le scelte che ha portato avanti. Serve a non pronunciare ciò che ha fatto, o pronunciarlo in maniera sempre diversa, così da non riconoscerne di volta in volta il suono, l’odore, il dolore, la critica, auto scagionandosi e stando comodo, attraverso chiamiamole “auto menzogne”.
Pur di non guardare in faccia la realtà, o la vita che conduciamo o pur di scappare dalle ferite del passato, le chiamiamo sempre in maniera diversa attraverso il Camouflage, creando opere enciclopediche straordinarie e monumentali, e facendolo proprio all’ombra delle nostre paure pur di non tornare a soffrire, convinti che bloccandole in un silenzio o dentro la profondità, diciamo in un contenitore intimo, ne saremo immuni.
Attenzione dunque a non confondere una libera scelta, con la vera libertà.
Non avendo dubbi sul fatto che sia umano e di tutti noi sbagliare, non essere forti abbastanza in alcuni momenti della nostra vita o semplicemente prendere le direzioni errate, invece di condannare suggerirò l’esercizio che per la filosofia della Chiave Puentes ci permette di poter tornare a respirare liberamente, guardando così al futuro, al progresso, ossia ritornare alla semplicità delle origini “Chiamando le cose per ciò che sono realmente” e non come ci conviene.
Così ho deciso di accompagnare il tema del “Camouflage Umanico”, con l’estratto di un mio libro “Juan tra i suoi pensieri”, dove il protagonista proprio perché saturo e schiacciato dal peso delle sue quotidiane scelte insoddisfazioni o sotterraneo dissanguamento a causa delle ferite del passato si desta e dice:
(Estratto CAMUFFA)
Mi trovo dentro il Bus che ogni giorno mi riporta a casa, sono schiacciato dalla gente perché come sempre l’ultimo della sera è stracolmo.
Sono stanco, stanchissimo, sono a pezzi! Ma ancor più che stanco, sono saturo. Così ho deciso di provare a imbrogliare il mio vivere quotidiano, ed ho ideato un piano di fuga. Sì! Fuggirò da quel bus pieno di sudori maleodoranti e ancor di più fuggirò da ciò che sono e devo essere ogni giorno, e dimenticherò questa vita.
Intanto, mentre penso, mi sento spinto, compresso, schiacciato da tutti gli altri che come me in quel bus fingono di vivere la propria vita, e di esserne padroni. La gente deve scendere, ed io faccio di tutto per districarmi gentilmente ed educatamente, tra quell’ammasso di lamiere e carne unta e maleodorante, dopo una giornata di presunta vita lavorativa. E mentre la mia copia civile e conformata, si dibatte tra sorrisi di circostanza e “Mi scusi provo a farla passare”, liberandomi di tutto quel falso e compiacente recitare, me ne vado via da me.
Devo trovare un varco, una via d’uscita, una via d’emergenza. Ho bisogno di fare una telefonata. Devo chiamare qualcuno che sia ancora vivo veramente. Ho bisogno che qualcuno mi risponda, ho bisogno di andare via. Forse dovrò fuggire da me stesso per allontanarmi e non essere sentito.
Corro a casa sapendo di avere poco tempo, perché presto il me quotidiano su quel bus si accorgerà della mia assenza.
Faccio le valigie riempiendole con quel poco che mi è rimasto di vero, con qualche ricordo passato di me felice, e cerco tra i miei armadi qualcosa da mettermi, perché penso che per scappare via dalla mia vita sarà meglio camuffarmi..già camuffarmi.. ma da cosa? Da cosa?
Sicuramente da qualcosa di meglio di quell’orrenda e finta vita sociale. o da un Atteggiamento così abile da fingersi sentimento..
o da un qualcosa che sappia di giusto anche se sbagliato..
o magari da una Verità raccontata da un’abile Bugia..
o da un suono diverso da Sentimento, Sgomento e Tormento, perché troppo spesso hanno composto un Tradimento..
o da un Grigio pronto a giurare di non avere mai incontrato né il bianco né il nero..
o da una Emo-zione che non abbia niente a che fare con il Sangue..
o da una Paura così forte da spaventare un Coraggio..
o da una Svendita dei piccoli gesti perché la semplicità ha fallito..
o da un’Asta delle cose giuste perché ormai pezzi introvabili..
Possiamo scappare da tutto e tutti amici e nemici miei, ma una cosa è certa, non potremo mai scappare dal nostro giudizio e dal nostro sentirlo, perché questi avrà sempre una mappa del posto che avremo scelto come rifugio, e dunque troverà sempre un modo per ritrovarci.
E con questa riflessione vi saluto.
4 MINUTI D’AUDIO Riproducono la riflessione dell’articolo a voce alta, perché abbiano accesso all’ascolto i ciechi, chi lavorando non ha tempo o chi preferisce ascoltare, e quelli tra noi che pur avendo la vista sono diventati i veri Non Vedenti. Buon ascolto o buona lettura come preferite.
Foto in evidenza da me intitolata ” Camouflage” è opera di Tiziana Russo
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