5 MINUTI D’AUDIO Riprodurranno la riflessione dell’articolo a voce alta, perché abbiano accesso all’ascolto i ciechi e quelli tra noi che pur avendo la vista sono diventati i veri Non Vedenti. Buon ascolto o buona lettura come preferite.
Io amo l’atletica e le prestazioni dei fantastici atleti dei giochi olimpionici, ma proprio perché amo e ammiro il loro misurarsi con se stessi nel tentativo di superarsi, vorrei sollevare dubbi sulla legittimità delle assegnazioni delle medaglie.
Dunque vorrei indietro le medaglie d’oro da chi è stato premiato e che venissero assegnate ai veri campioni,
per esempio i pesisti fuoriclasse, quelli senza numero nella pettorina, ossia le donne incinta che fanno ogni giorno sotto il sole 9 chilometri per portare l’acqua e poter bere, o gli uomini che corrono più veloci di Bolt per evitare una pallottola, o i bambini che saltano sempre di più l’asticella dei pasti e abbassano sempre più quella del rispetto minimo di cibo.. o che vivono in apnea come i nuotatori ma mentre questi ultimi lo fanno veloci in piscina, loro senza strade nuotano nel fango, certo saranno un po’ più lentucci, ma di fatto è molto più impegnativo o no!?
E che dire dei maratoneti della privazione, senza luce, acqua, servizi igienici, scuole, esempio di imbattibile resistenza.
E poi le olimpiadi diffondono cultura, cambiano perfino le regole della matematica, perché vedendo costruire stadi che costano miliardi per Giocare, mentre per il loro Vivere non ci sono, i bambini capiscono che nella vita dei comitati politici, cambiando gli ordini degli addendi, e basta mettere un ricco al posto di un povero, il risultato cambia e i soldi ci sono. Che campioni di pazienza!
Be! forse lascerei la medaglia solo agli atleti del “Mezzofondo” perché certi poveri nel fondo ci vivono per intero e imbroglierebbero vincendo facile, ed essere dopati “soprattutto”di povertà non rispetterebbe lo spirito dei Giochi Olimpici e dei comitati che non conoscendo la disciplina sarebbero svantaggiati.
Sì amici le Olimpiadi devono svolgersi anche a Roma, è troppo importante per la città, per l’economia, per la visibilità del paese. Assolutamente sì, e mai come stavolta! perché avendo anche noi come in Brasile tantissimi campioni nelle discipline da me menzionate affamati, disperati, abbonati alla povertà e al disagio, ma non nelle favelas nelle strade, sono convinto che potremmo vincere per la prima volta più medaglie di tutti.
Foto in evidenza da me intitolata” Io è una vita che gareggio” è opera di Tiziana Russo
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