L’articolo di questa settimana trae spunto non dall’indignazione, perché quella è ormai da tempo assai diffusa, tra la popolazione schiacciata dai potenti e dalle loro malefatte.
No! Questo articolo non sarà l’ennesima denuncia dell’evidente disgusto per aver scelto di pagare questo conduttore o quel cantante centinaia di migliaia di euro per una presunta gara di canto o partecipazione in Tv.
Piuttosto vuole mettere in evidenza il meccanismo usato dagli uomini di potere per potere spacciare cose vacue come fossero importanti, e sentirsi così intoccabili nel diffondere principi dal dubbio valore.
Intendiamoci, lungi da me criticare, coloro i quali vengono lautamente pagati per svolgere il loro ruolo, i conduttori televisivi o i cantanti che alla fine fanno ciò che fanno e prendono ciò che chiedono per i loro talenti. Preferisco concentrarmi invece su coloro i quali sono a capo di questo meccanismo e riescono a far passare tutto ciò chiamandolo con termini surreali come “Spettacolo”.
Quest’ultimo termine infatti come anche “Populismo” sono oggi molto pericolosi, ma non nella loro vera accezione, ma nella loro funzione, che è quella di strumento per diffondere squilibri, rabbia, emarginazione.
I politici o amici di quest’ultimi che sono a capo dei sistemi di comunicazione, chiamano una scelta palesemente iniqua che non tiene conto di ciò che è necessario e prioritario per il popolo, con un termine come “Spettacolo” che evocando gioia, svago, leggerezza, ne mascheri gli effetti.
Viene infatti mistificata la realtà, e viene posto in una posizione privilegiata un evento canoro spacciandolo per necessario, rispetto alle necessità fondamentali, come gente che muore di freddo, di fame, disperata, che non ha case o scuole, e che acquisisce una posizione subordinata quasi di sudditanza, rispetto a cose abbastanza leggere come appunto gli spettacoli in TV.
Non pensiate che chi sta al potere ingenuamente abbia perso la misura, o che viva così lontano dalle problematiche del popolo da non riconoscerle più, perché così non è.
Vedete amici e nemici miei, è vero che tutti possono sbagliare, ma questo potrebbe essere o valere una volta, due volte, o tre volte o cinque volte, ma non può essere una regola di ogni anno, e soprattutto di fronte a tragedie sotto gli occhi di tutti.
Il fatto è che ai potenti, a questi potenti non interessa, perché sanno che tanto faranno ciò che vogliono e comunque i fatti negativi e le tragedie ci saranno sempre, anche l’anno prossimo.. e non si può sempre pensare al peggio no?! Dunque meglio restare allegri e non pensare, meglio distrarre le coscienze. La verità è che non gli interessa farlo, non gli interessa cambiare il sistema, perché loro ne fanno parte, loro hanno congegnato il sistema così.
I poteri oscuri che comandano la comunicazione usano termini come populismo e spettacolo subdolamente ogni giorno, così da renderceli quotidiani, normali così da non farci più caso. Questo sistema antico, di chiamare le stesse cose in maniera sempre diversa, serve per distrarre le coscienze e ingannarle, attraverso termini che indotti sotto forma di piccoli dosaggi quotidiani, finiscono per appiattirci, addormentarci, quindi portarci a non scandalizzarci più.
Questo sistema trucco parrucco, in mano ai poteri della comunicazione diventa un “Jolly” per i potenti, che così possono attraverso termini come Spettacolo o Populismo ridurre, sminuire, detonare e annullare coloro i quali provano disgusto e che ancora si scandalizzano, sbarazzandosene, mettendoli in una categoria, come tanto “Quello è Populismo”.
E’ così che possono coprire le grida di rabbia dei poveri e di coloro che soffrono, e il pudore così ahimè diventa dolore, incomprensione, emarginazione e spesso odio di chi vive di stenti e aspetta aiuti da un paese, che li mette dopo uno show televisivo..
Così come fosse un carosello, solo che non è la pubblicità a pagare lo show, ma il cittadino a pagare con la sua vita.
Così Amici e Nemici miei, in questo paese ricco di bellezza ma che di bello oggi offre veramente poco, è possibile che la retribuzione di un teatrante valga di più del freddo di alcuni bambini, o che il cachet di un cantante sia ritenuto più necessario di una scuola..
e ancor di più, in un paese dove tutto è spettacolo perfino la casa di un povero uomo, distrutto da tragedie e terremoti, deve diventare anch’esso spettacolo..
spettacolo a tutti i costi, anche se uno spettacolo indegno davanti agli occhi di tutto il mondo,
quello di un paese dove il diritto di avere una casa per un uomo distrutto dal terremoto,
viene affidato a una lotteria come in uno show per i fortunati che verranno estratti.
E con questa riflessione vi saluto.
4 MINUTI D’AUDIO Riproducono la riflessione dell’articolo a voce alta, perché abbiano accesso all’ascolto i ciechi, chi lavorando non ha tempo o chi preferisce ascoltare, e quelli tra noi che pur avendo la vista sono diventati i veri Non Vedenti. Buon ascolto o buona lettura come preferite.
Foto in evidenza da me intitolata “un teatrante per 1000 terremotati” è opera mia
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