Andare o non andare, seguire o non seguire i grandi politici, i guru della comunicazione, del coaching o i grandi psicoterapeuti.. e poi qual è il fine ultimo per farlo.. Ognuno è libero di fare ciò che vuole è chiaro e ci sono casi e casi. Non distruggerò tutti i corsi o i percorsi volti al cambiamento, ma solo alcuni tipi di percorsi. Infatti non voglio parlare di quelli buoni ma di quelli più cattivi, più tossici, subdoli, proprio di coloro i quali hanno messo lo studio al servizio dell’ignoranza, perché sono rimasti indietro, sono colti in superficie ma ancora primitivi e barbari spiritualmente, intimamente, nutrendosi con il manipolare, sedurre e spesso illudere chi ha bisogno d’aiuto. Coloro i quali barattano ogni giorno l’esistenza di qualcuno con il denaro chiamandolo astutamente lavoro o ancor peggio mestiere.
Molti mi chiedono ma come è possibile che quel leader, quel pezzo grosso, quell’esperto in comunicazione o dottore che è palesemente un bugiardo, un imbonitore, un affabulatore di masse riesca ad avere così tanto successo anche tra persone comunque intelligenti e di cultura. Perché lo votano, perché lo seguono, perché lo ammirano?!
Qual è il segreto di questo successo?!
Ecco una risposta: “Il grande numero è dato dalla sudditanza”.
In che senso?!
La quantità, il numero di seguaci è dato dal fatto che molte persone preferiscono seguire l’oscurantismo attraverso le luci della comodità, della vanità, della gloria nel portare comunque avanti un baluardo societario vincente, anche se meschino o se non gli appartiene. Avere una frase sicura uno spot vincente per ogni occasione è rassicurante, ma vi assicuro che non darà reale sicurezza che è cosa ben differente.
La sudditanza infatti verso un leader politico, il proprio capo, il guru della comunicazione e perfino verso il proprio psicoterapeuta in molti casi, non in tutti intendiamoci bene, crea ed è dato da un rapporto apparentemente libero nella scelta, ma che in sostanza non lo è, è essere sudditi di un ragionamento, di un’attitudine, di un tempo o del potere di un uomo nei peggiori casi.
Sudditi! Ricchi e potenti anche se sudditi! Questo è il segreto del più grande peccato umanico moderno sua maestà la vanità, il peccato più superbo e primitivo allo stesso tempo.
“Ma si può realmente frequentare un corso di formazione e fare a meno di essere ciò che si è veramente” mi hanno chiesto questa settimana, “e ci conviene alla fine lottare per essere felici se poi vincono sempre quelli più soggiogati, asserviti, abbietti o scaltri?!” ed io ho risposto : “Sì, se non si vuole essere sudditi è una questione di scelte! E poi attenzione vincere cosa e come?
E ancora sì, vale sempre la pena quando in palio c’è la felicità, pur portando con sé la confusione e lo smarrimento delle persone che vivono libere, per intenderci quelle che dicono no dinanzi al conveniente ma indegno, quelle che non vogliono un’ etichetta per tutto e tutti ma che preferiscono stare zitti, quelli considerati “Stupidi” per non aver accettato un’opportunità sociale proprio perché ancora prima di essere liberi, sono anime che respirano libere, mentre i sudditi anche se splendidi e potenti rimangono sudditi. Sono schiavi nutriti ad arte da manipolatori che ogni giorno creano un bisogno di nutrirsi di bisogni, di qualcosa da fare per non pensare, di qualcuno da distruggere o ammaliare per tenersi su fino alla prossima dose di auto marketing o paracadute da leader che personalmente ritengo solo un lento schiantarsi.
Molti degli stessi guru della leadership, del cambiamento sanno subdolamente come spesso le persone che si rivolgono a loro restino vincolate perché si crea un rapporto di dipendenza eppure loro continuano, perché pazienti e studenti sono soldi, proventi, fatturato. Loro sanno che molti di coloro che chiedono aiuto o consiglio il loro problema non lo risolveranno mai, perché non ne sono capaci, non sono capaci di passare allo step successivo, rimangono al senso – significato – spiegazione critica senza però riuscire a mettere in pratica il senso di ciò che sanno o hanno appreso. Invece in un percorso reale verso il cambiamento profondo, l’insegnamento viene prima dell’insegnante, e il risveglio personale viene nel silenzio del proprio respiro, nel viverlo per primo ed indipendente dal suo ripercorrerlo o dichiararlo in un titolo o in un attestato.
Volendo peccare e generalizzare buona parte delle persone che si rivolgono a una figura di riferimento, in verità hanno bisogno di essere ascoltate perché sono sole, e non certo solo di sapere come fare ed essere in ogni cosa o situazione, manipolate in tutto e per tutto, altrimenti questo percorso li porterà lontano anzi lontanissimo, ma sempre di fronte allo stesso muro, ossia se stessi senza un posto felice in questa società.. ancora e ancora e una volta ancora.
Un percorso filosofico, religioso, intimo è libertà se vissuto in maniera semplice, spontanea, illuminata e non può certo essere vincolato o vincolante, può essere una mano che ci accompagna, un dito che ci indica l’orizzonte e la direzione e non che ci trascina, spinge o strattona in continuazione, altrimenti non sapremo più dove arrivare, come siamo arrivati o come tornare indietro. La Chiave Puentes per esempio ogni giorno viene chiamata coaching, improving, definizioni su definizioni che possano accontentare l’ego, la proiezione sociale, quando invece è una chiave di lettura per vivere liberi e per costruire ponti comunicativi con gli altri, con se stessi, la natura o l’universo, senza dover superare nessuno o esserne vincolati, inizi se senti di farlo smetti se non senti, l’unico vincolo è dato dalla libertà quindi non c’è.
Amici e nemici miei la libertà, la libertà, la libertà non vuol dire vivere comodi e spensierati ma essere felici, lo dimostra la storia di quelli che hanno combattuto una vita per esserlo. Libertà vuol dire essere liberi di soffrire anche, di sbagliare e perfino di perdere pur di esserlo, e non il mostrare una vita perfetta che è un allucinogeno che ci rende schiavi e sudditi di un percorso comodo perché già segnato, ma che non ci insegna nulla. Non confondete la comodità della sudditanza con la scomodità della ricerca, l’impressionante successo con ciò che però non è mai successo, ossia il profondo cambiamento positivo.
Una donna qualche settimana fa mi diceva di quante decine di suoi conoscenti si rivolgano alla psicoterapia per esempio, e mi raccontava delle sue esperienze: “nelle mie esperienze in tutti e quattro i casi non c’è mai stato un rapporto vincolato, voglio dire che nel momento in cui io ho iniziato a individuare quale fosse il problema grazie al mio spirito di osservazione, ho iniziato a fare il mio percorso, ed è lì che ho comunque constatato che tranne in un caso di estrema onestà intellettuale e deontologica, dove lo psicoterapeuta mi ha detto: ” non c’è più bisogno che lei venga”, per il resto mi hanno sempre tenuta lì attaccata come al respiratore ai loro consigli, alla loro visione e interpretazione della mia vita tramite la loro, o spesso anch’essa legata a casi generici o troppo specifici che però non potevano quasi mai risultare uguali ai miei o a quelli di un altro”. E’ un po’ come quando alcune persone seguono quei corsi di improving dove si ripetono cose o filastrocche imparate a memoria, come fossero scimmie ammaestrate o elefanti a cui tirare le noccioline senza ottenere molto, se non la distorsione delle proprie percezioni, nel tentativo di essere un altro o ciò che non si è.
Perché tutto questo? Perché i comunicatori e i guru sembrano guadagnare all’infinito e vincere sempre avendo successo?
Il perché è insito nella domanda stessa, perché le persone si bastano sempre meno! O se volete hanno sempre più bisogno di qualcosa, qualcuno. L’ individuo umanico moderno ha sempre più bisogno di una medicina, ma che poi funzioni o meno poco importa.
Il mondo è dominato da pochi proprio perché i poteri oscuri sanno di quale dopante ha bisogno la massa, ossia una buona scusa che li porti a seguire come sudditi, come zuccherini ai cavalli, convinti di farlo perché gli convenga. Vogliono sentirsi dire fai quello e fai quell’altro, devi dire quello o quell’altro, tu sei questo e non quest’altro hanno bisogno di dicotomie e dicotomie per arrivare a una figura cyborg o meglio manichino creata per manipolarli, calmarli, rassicurarli ma che non gli appartiene e che funzionerà fino a quando l’illusione non sbatterà contro la realtà.
L’ego oggi ha superato la sua umanità esce di casa ogni giorno senza portarla con sé.
Leader politici, religiosi, formatori di strani corsi e programmazioni da neuro continuano a raccogliere nella loro rete, persone incapaci di essere quel che sentono, abbagliate da ciò che questa finta società, che di sociale ha ben poco, gli dice di dover essere.
Sono sudditi per evitare di odiarsi o fermarsi a guardare cosa non riescono a fare nella vita, o perché non sono felici.
Non vogliono cambiare, non ce la fanno, non gli conviene, o son fatti così, l’importante per loro è seguire la corrente, ma attenzione però perché il cambiamento positivo non è un posto con tante luci ma un’illuminazione, non è solo un codice o un processo al servizio del cervello e della materia ma è piuttosto una chiave per il cuore.
E con questa riflessione vi saluto.
8 MINUTI D’AUDIO Riproducono la riflessione dell’articolo a voce alta, perché abbiano accesso all’ascolto i ciechi, chi lavorando non ha tempo o chi preferisce ascoltare, e quelli tra noi che pur avendo la vista sono diventati i veri Non Vedenti. Buon ascolto o buona lettura come preferite.
Foto in evidenza da me intitolata ” Sudditi sì ma solo dellla libertà” è opera di Tiziana Russo
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